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Martedì 7 Maggio 2024 12:05

Azione cattolica: «Sicurezza vuol dire più rispetto del lavoro e dei lavoratori»



La presidenza nazionale dell'associazione interviene dopo l'incidente che è costato la vita a 5 operai a Casteldaccia (Palermo). «Spezzare la catena di morti bianche»

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«Sicurezza vuol dire più rispetto del lavoro e dei lavoratori». Lo afferma con forza la presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana, all’indomani dell’
incidente sul lavoro che è costato la vita a 5 operai a Casteldaccia
, in provincia di Palermo. «Partecipiamo al dolore delle famiglie e le sosteniamo con l’affetto e la preghiera. Tutta l’associazione – scrivono in una nota – si sente vicina a tutti i lavoratori e alle loro realtà rappresentative impegnate quotidianamente nella difesa della dignità di un lavoro che spesso è causa di lutto».

L’Ac denuncia anzitutto «la carenza di tutela e di misure di prevenzione da parte di soggetti pubblici e privati», sottolineando come i fatti di Casteldaccia ripropongano l’imperativo assoluto di «interventi e controlli stringenti per la sicurezza sul lavoro e per spezzare la drammatica catena di morti bianche. Sarebbe già un buon inizio – osservano dall’associazione – se si cominciasse ad applicare sul serio il decreto legislativo 81/08, che regola la salute e la sicurezza sul lavoro e che prevede tra l’altro una formazione più vicina alle attività lavorative delle imprese e non soltanto una formazione teorica, in modo da aiutare le stesse aziende a prevenire il rischio di incidenti».

Nella nota si ribadisce la necessità di «piani di sicurezza e interventi standardizzati che le aziende dovrebbero implementare per legare di più la sicurezza alle attività produttive», sottolineata più volte dal Movimento lavoratori di Ac (Mlac). Ancora, «occorre un impegno a ridurre la distanza tra chi fa impresa e chi può aiutare gli imprenditori – a partire dai vari istituti di ricerca specializzati – a elaborare in modo semplice delle azioni di sicurezza efficaci e di controllo dell’effettiva applicazione di queste. Occorre far crescere una cultura della sicurezza, a partire dalla consapevolezza condivisa che investire in sicurezza non è un costo ma un investimento sul futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori».

In sintesi, «è necessario ridare dignità al lavoro e ai lavoratori – è la tesi della presidenza di Ac -. Una comunità nazionale non può prescindere da questo. Non può ignorare il suo stesso dettato costituzionale. Tutti devono fare la loro parte, perché tutti sono responsabili della sicurezza dei lavoratori. Qualcuno però – aggiungono – lo è più degli altri. È dunque necessario passare con prontezza dalle denunce ai fatti concreti, agli investimenti precauzionali, alle verifiche e ai controlli. Tutti i soggetti devono fare la loro parte, con un supplemento di responsabilità; ma è dagli imprenditori in particolare che si attendono quelle provviste e quelle innovazioni strutturali che sole possono garantire il successo degli altri interventi».

La vita «è sacra, e distintamente lo è quella impegnata sul lavoro duro e rischioso», rilevano dall’Azione cattolica, riportando le parole dell’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice dopo l’incidente di Casteldaccia: «Dobbiamo sentire queste morti, far nostro questo dolore, sentirlo nelle nostre viscere. Dobbiamo cambiare tutti. Non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro». Lo aveva già detto Papa Francesco, ricordano,  incontrando nel settembre scorso l’associazione che riunisce mutilati e invalidi del lavoro: «La sicurezza sul lavoro è come l’aria che respiriamo: ci accorgiamo della sua importanza solo quando viene tragicamente a mancare, ed è sempre troppo tardi».

7 maggio 2024

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