La richiesta in vista del possibile attacco di terra. Coinvolte circa 100mila persone. Il ministro israeliano Gallant (Difesa): «Hamas non ha lasciato scelta». Il portavoce militare: «Operazione temporanea e limitata». ActionAid: «Conseguenze catastrofiche»

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A rendere nota la notizia è lo stesso esercito israeliano: in vista di una possibile offensiva nei territori più a sud della Striscia di Gaza, i militari hanno iniziato a chiedere ai palestinesi di evacuare i quartieri a est di Rafah, al confine con Israele, spostandosi nella zona umanitaria ampliata nelle aree di al-Mawasi e Khan Younis. Le Forze di difesa israeliane (Idf), informa il portavoce militare, stanno lanciando nella parte est di Rafah volantini in arabo nei quali si invita la popolazione civile a spostarsi temporaneamente verso le aree umanitarie allargate. Ai volantini, aggiunge, seguiranno sms, chiamate telefoniche e annunci sui media, sempre in arabo.

Dopo l’ordine, riferisce Sky News, le famiglie palestinesi hanno iniziato a fuggire da Rafah est, allontanandosi con carri trainati da cavalli, in auto ma anche a piedi. L’ordine di evacuazione infatti precede l’attacco di terra da parte delle forze israeliane nella città più meridionale di Gaza. Per Sami Abu Zuhri, alto funzionario di Hamas, si tratta di «una pericolosa escalation che avrà conseguenze», riporta il Times of Israele.

Diametralmente opposta la lettura del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, che al suo omologo Usa Lloyd Austin ha dichiarato che Hamas non ha lasciato «altra scelta che cominciare l’operazione» a Rafah, sono le sue parole, riferite ai media dal suo ufficio. «Israele sta facendo di tutto per arrivare a una bozza per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco temporaneo – ha aggiunto il ministro nella conversazione – ma in questa fase Hamas rifiuta qualsiasi proposta che lo consenta».

Dall’esercito israeliano intanto parlano di un’operazione «temporanea» e «di portata limitata». A chiarirlo è un portavoce militare: «Abbiamo avviato un’operazione su scala limitata per l’evacuazione temporanea delle persone che vivono a Rafah est». La stima è di «circa 100mila persone». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, circa 1,2 milioni di persone sono attualmente rifugiate a Rafah; centinaia di migliaia gli sfollati attualmente presenti nell’area orientale della città.  Intanto dal territorio arriva la notizia di un raid israeliano contro una casa a Rafah, nel quale, secondo fonti sanitarie di Gaza citate da Al Arabiya, si sono registrati 9 morti.

Allarmata la reazione di ActionAid, secondo cui «costringere un milione di palestinesi sfollati da Rafah a evacuare senza una destinazione sicura non solo è illegale, ma porterebbe a conseguenze catastrofiche. I nostri operatori umanitari segnalano alcune delle condizioni più gravi degli ultimi tempi, con malattie diffuse, fame e caos. Vogliamo essere chiari – aggiungono -: non esistono zone sicure a Gaza. La comunità internazionale deve agire rapidamente per prevenire ulteriori atrocità e chiedere conto a sé stessa, oltre che al governo israeliano, della propria incapacità di intervento – il monito -. Se l’invasione di Rafah è la nostra “linea rossa”, saremo capaci di fare tutto il possibile per fermare questo attacco imminente?».

6 maggio 2024

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