Lunedì 6 Maggio 2024 09:05
Da Trieste l’appello per la pace delle associazioni cattoliche
L'occasione: l'incontro per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, “Al cuore della democrazia”. «La Pace è il dovere della politica». E l'Ue «ha un ruolo decisivo»
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«In questa ora così terribile per il mondo, sentiamo di essere chiamati a una conversione profonda e a dare un giudizio comune e chiaro: la Pace è il dovere della politica. Un ostinato e creativo dovere». Da Trieste, dove si sono incontrati per riflettere sul tema della prossima Settimana Sociale, dal titolo “Al cuore della democrazia”, i rappresentanti dell’associazionismo cattolico hanno lanciato un «appello accorato per la pace» ai leader dei governi, ai rappresentanti delle istituzioni e «in particolare a coloro che si candidano a guidare l’Unione europea».
Ricordando le parole del Papa pronunciate pochi giorni prima – «Non dimentichiamoci delle guerre. Preghiamo per la pace. La guerra è sempre una sconfitta, sempre!» -, ribadiscono che «la guerra non è mai stata la soluzione dei conflitti e delle tensioni tra popoli e nazioni, ma ha sempre causato morte e sofferenza per tutti e in particolare per i più deboli, che pagano e pagheranno sempre il prezzo più alto». È «una sconfitta del diritto e della comunità internazionale e dell’umanità intera».
Le parole dei rappresentanti delle associazioni cattoliche – Acli, Agesci, Azione cattolica italiana, Comunione e liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Movimento cristiano lavoratori, Movimento politico per l’unità, Rinnovamento nello spirito: questi i primi firmatari – arrivano in un momento in cui «conflitti imperversano alle nostre porte, in Ucraina, in Terra Santa e in tanti altri posti del mondo, con armi sempre più potenti e dagli effetti devastanti per le persone e per l’ambiente».
Un’«ora terribile per il mondo», la definiscono, nella quale «l’ Unione Europea, sognata sulle macerie della guerra, costruita sull’utopia della pace, ha un ruolo decisivo. E tutti – si legge nel documento – noi ci sentiamo responsabili dell’eredità di politici europei, credenti e non, che hanno anteposto la vita e le ragioni che uniscono dinanzi a ciò che divide. Lo ha ricordato recentemente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso, e l’Unione europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale”».
Di qui l’appello alla politica e «a chi si candida alle imminenti elezioni europee perché si assuma esplicitamente la responsabilità di porsi come interlocutore per la pace, proponendo senza riserve la via diplomatica e della vera politica. Non possiamo rassegnarci al fatto che la retorica bellicistica e la non-cultura dello scontro invada la nostra vita dalle relazioni personali alle relazioni sociali e politiche».
A nome delle associazioni, i rappresentanti assicurano: «Continueremo a impegnarci sul terreno educativo e formativo, nella solidarietà concreta verso i più deboli e le vittime delle ingiustizie, nel dialogo per il bene comune con le donne e gli uomini di buona volontà. Oggi più che mai, la politica è “la più alta forma di carità” se persegue la pace. Emerga con decisione – è l’auspicio – un impegno condiviso per una pace fondata sul riconoscimento dell’infinita e inalienabile dignità della persona».
6 maggio 2024
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